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Un museo per il Vicenza

 

Corriere Vicentino, Dicembre 2011, pagina 32

Nicola Rezzara

“Galli-Lelj-Marangon-Guidetti-Prestanti-Carrera-Cerilli-Salvi-Rossi-Faloppa-Filippi”.
È la formazione del Real Vicenza, la squadra dei miracoli che arrivò seconda in serie A nella stagione 1977/78.
Quegli 11 nomi, pietre miliari della storia biancorossa, il “Bisa” li snocciola tutti d’un fiato in 3 secondi netti. “Noi la chiamiamo “la poesia”” spiega ridendo. “Noi” sono lui, Daniele “Bisa” Bisarello di Longare e Maiko Girotto di Torri di Quartesolo. Ideatori, creatori e gestori del Museo del Vicenza Calcio (www.museovicenzacalcio1902.net).
La loro amicizia è nata in curva allo stadio Menti e l’idea del museo è sbocciata alla fine degli anni ’90 e poi realizzata circa sei anni fa.
“Avevamo visto i musei del Barcellona e dell’Ajax – racconta Daniele Bisarello – E ci siamo chiesti perchè non poteva avere un museo anche il Vicenza Calcio che ha più di cento anni di storia gloriosa con 36 campionati disputati in serie A, un secondo posto in campionato e una vittoria in coppa Italia. Un museo almeno virtuale su internet, per poter trasmettere alle generazioni future ricordi ed emozioni. A chi ci dice che siamo malati di biancorosso rispondiamo: hai ragione”.
In sei anni nel sito hanno inserito migliaia di immagini di maglie biancorosse originali utilizzate dai giocatori, foto di partite, coreografie della curva, biglietti d’ingresso allo stadio, gagliardetti, toppe, locandine, giornali storici, stampe, poster, video, figurine e gadget di ogni genere. “Quante sono? Non ne ho la minima idea, qualche migliaia – dice Bisa – Abbiamo una stanza piena di tutti questi cimeli”.
Cimeli che possono arrivare a valere molto, il record è di 1.500 euro per una maglia rarissima della stagione 59/60: “Ma non vendiamo niente, anche se continuano a chiederci di farlo – spiega Daniele Bisarello – Per noi è solo passione per cui abbiamo investito tempo e soldi, molti soldi considerando i nostri stipendi da operai”.
Ogni giorno sono centinaia i visitatori del sito, milioni le pagine visitate in questi sei anni e arrivano mail da tutto il mondo con i complimenti per il loro lavoro. Un impegno fatto di giornate intere trascorse a frugare nei mercatini, telefonate agli ex giocatori del Vicenza per chiedere le loro maglie, scambi con altri collezionisti, aste su eBay: “Ormai abbiamo stressato all’inverosimile chiunque, non diamo tregua finché non riusciamo ad avere i nostri pezzi da collezione, li prendiamo per sfinimento” scherza, ma neanche troppo, Daniele Bisarello.
“A noi piace sapere che quello che abbiamo può essere visto da tutti gli altri tifosi biancorossi – spiega – Abbiamo immagazzinato tutto in una stanza-santuario che non diciamo a nessuno dov’è, con tanto di allarme e assicurazione per 60mila euro. Ma il valore dei cimeli è inestimabile, perchè non riusciremmo a trovarne altri di uguali se li perdessimo per qualche sciagura”.
Il loro sogno lo stanno realizzando, ma per ora solo a metà: “Certo, sarebbe bello se il museo uscisse da internet e ne fosse realizzato uno permanente a Vicenza con il materiale che abbiamo raccolto in tanti anni di ricerche” spiega il curatore del museo.
L’anno prossimo il Vicenza Calcio compirà 110 anni e Bisa e Maiko non immaginano regalo più bello dell’inaugurazione di un museo con quattro pareti di mattoni reali e non solo virtuali.

(clicca qui) per vedere la pagina in pdf

(clicca qui) per visitare il sito museovicenzacalcio1902.net

 

 


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